Fondo emergenze emittenti locali: Italia del Meridione sostiene la protesta delle televisioni e radio locali

Non c’è pace per le televisioni e le radio locali. Moltissime emittenti radiotelevisive locali da giorni protestano contro il decreto del Ministero dello Sviluppo Economico. Con il ricorso al TAR del Lazio, notificato il 7 12 2020, l’associazione delle emittenti locali REA-Conflavoro, la Libersind-Confsal, il sindacato dei lavoratori dello spettacolo, delle radio tv locali e della RAI, hanno richiesto la sospensiva cautelare del decreto ai fini di una ripartizione equa e trasparente del fondo emergenza coronavirus tenendo conto dell’esigenza di consentire a tutte le emittenti locali di continuare a svolgere il servizio d’interesse generale informativo sui territori attraverso la quotidiana produzione e trasmissione di approfondita informazione locale a beneficio dei cittadini. Di fatti, il decreto – legge 19 maggio 2020 n. 34, recante “Misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonché di politiche sociali connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19” ha disposto che “al fine di consentire alle emittenti radiotelevisive locali di continuare a svolgere il servizio di interesse generale informativo sui territori attraverso la quotidiana produzione e trasmissione di approfondita informazione locale a beneficio dei cittadini, è stanziato nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico l’importo di 50 milioni di euro per l’anno 2020, che costituisce tetto di spesa, per l’erogazione di un contributo straordinario per i servizi informativi connessi alla diffusione del contagio da COVID-19. Le emittenti radiotelevisive locali beneficiarie si impegnano a trasmettere i messaggi di comunicazione istituzionale relativi all’emergenza sanitaria all’interno dei propri spazi informativi. Il contributo è erogato secondo i criteri previsti con decreti del Ministro dello sviluppo economico, contenenti le modalità di verifica dell’effettivo adempimento degli oneri informativi, in base alle graduatorie per l’anno 2019 approvate ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 23 agosto 2017, n. 146”. Successivamente, con decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze, si è provveduto allo stanziamento di euro 50 milioni nello stato di previsione del Ministero dello Sviluppo Economico a titolo di “Contributo straordinario per i servizi informativi connessi alla diffusione del contagio da COVID- 19 per l’anno 2020”. All’art. 1 è stato stabilito che “alle emittenti radiofoniche e televisive locali che si impegnano a trasmettere i messaggi di comunicazione istituzionali relativi all’emergenza sanitaria all’interno dei propri spazi informativi è riconosciuto, per l’anno 2020, un contributo straordinario per i servizi informativi connessi alla diffusione del contagio da COVID-19”. Successivamente è stato emesso il decreto direttoriale del 13 novembre 2020, previsto dal decreto del 12 ottobre 2020, volta a disciplinare le modalità di presentazione della domanda di accesso al contributo straordinario previsto decreto-legge 34/2020. Con tale decreto il Ministero ha provveduto ad approvare e pubblicare gli elenchi delle emittenti radiotelevisive locali che legittimate a presentare domanda di accesso al contributo straordinario “Fondo emergenze emittenti locali”, con l’indicazione degli importi spettanti ai soggetti beneficiari che si impegnino a mettere a disposizione gli spazi informativi secondo le modalità previste dal decreto del 12 ottobre 2020. Sennonché, dagli elenchi di cui al decreto del 13 novembre 2020 risulta che le emittenti locali, cui è stato consentito di presentare la domanda, sono esclusivamente quelle risultanti nelle graduatorie inserite nell’anno 2019 approvate ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 23 agosto 2017, n. 146 che individua i criteri di riparto tra i soggetti beneficiari e le procedure di erogazione delle risorse del Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione in favore delle emittenti televisive e radiofoniche locali, che nulla ha a che vedere con il Fondo emergenze emittenti locali per il Covid-19. Pertanto, tutte quelle emittenti radiotelevisive locali che non sono inserite nella graduatoria 2019 risultano, allo stato, estromesse dal diverso beneficio connesso alle esigenze emergenziali. Ebbene, qualora si reputasse che la norma istitutiva del fondo emergenze emittenti locali sia da interpretare, necessariamente, nel senso che i potenziali beneficiari del fondo siano unicamente le emittenti inserite nelle graduatorie per l’anno 2019 approvate ai sensi del d.P.R. 146/2017, si ritiene necessario sollevare questione di legittimità costituzionale della norma, in quanto contraria agli art. 3 e 97 Cost. È una situazione vergognosa quella che si sta determinando a causa del mancato sostegno economico alle 899 imprese radiotelevisive locali in procinto di fallimento per l’azzeramento della pubblicità con la perdita netta di 3.600 posti di lavoro, mentre a un ristretto gruppo di televisioni scelte “ad hoc” vengono commissionati “messaggi coronavirus”, scandalosamente pagati alla iperbolica somma di 40.375,000 di euro. In questo periodo di emergenza sanitaria da Covid-19 il ruolo della radio e della televisione locale è stato ed è fondamentale nell’informazione locale, come lo è in generale, riconoscerne il merito in questo momento assume ancora più valore.

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