“U Piscispada”, in scena al Castello Svevo di Cosenza il 10 Settembre

Cosenza  – “U Piscispada” lo spettacolo teatrale musicale di e con Barbara Bruni e Francesco Antonio Conti andra’ in scena al CASTELLO SVEVO di Cosenza il 10 Settembre alle ore 21:00. Un Omaggio al grande Domenico Modugno per I 25 anni dalla sua morte. “Nun c’e’ masculu ndo munnu chi resci ad amare a so fimmineddra comu ama u piscispada”…. E’ questo l’abbrivio dello spettacolo, della storia d’amore e di morte, di passione e tenerezza che Antonio Conti e Barbara Bruni portano sulle scene come nuovo lavoro teatrale e musicale. Un’idea che nasce come omaggio a Domenico Modugno e sulle vie della Causalità incrocia la richiesta di un lavoro che abbia come tema la Sicilia. Energie sincroniche e passione per il teatro si miscelano, allora, per dare vita ad un suggestivo spettacolo che finisce quasi come inizia, un cerchio magico composto di preziosi frammenti dove la canzone e la tradizione popolari (Modugno, Balistreri, Profazio) abbracciano la letteratura e la storia siciliane, e non solo (Verga, Pirandello, Tomasi di Lampedusa) e dove la nota ballata del Mimmo nazionale, U piscispada appunto, parlando dell’amore e dell’estremo sacrificio di cui sono capaci queste splendide creature del mare, diventa pretesto, paradigma, simbolo per parlare dell’amore in tutte le sue forme: la passione carnale della Lupa per il giovane genero Nanni, e l’amore umile e casto della Longa per Bastianazzu, di verghiana memoria; il sentimento contrastato e tragico della baronessa Lanza di Carini per Ludovico Vernagallo; le pulsioni discordi che è in grado di generare una terra splendida e generosa, selvaggia e malvagia come la Sicilia, il cui destino si regge sulle spalle del generoso Colapesce della tradizione palermitana. Uno spettacolo intenso, che la paziente ricerca letteraria di Barbara e la sapiente regia di Antonio, unite alla sconfinata passione per il Teatro, rendono avvolgente, coinvolgente, pur nella minimalità delle scene e delle coreografie. Anzi è proprio il nudo palco e una rete da pesca che vi campeggia a simulare quinte, arredi scenici, dimore dei personaggi, che diventano complemento essenziale delle storie narrate con la “solita” incredibile maestria di due attori, autori e registi che incarnando l’assioma eduardiano (Teatro significa vivere sul serio quello che gli altri, nella vita, recitano male) non fanno teatro. Lo vivono.

Redazione

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