RadioTv e relazioni sociali: i grandi pilastri nel periodo di lockdown

L’uso della TV e della radio (93,6%) , nella fase 1 del lockdown sono stati un indispensabile canale di aggiornamento sull’evoluzione della situazione oltre che di intrattenimento.  È quanto risulta dall’indagine pubblicata da Istat il 5 giugno scorso e riferita a un sondaggio CATI effettuato nel periodo 5-21 Aprile sulle attività degli italiani costretti a casa.

Dall’indagine risulta tuttavia il ruolo svolto da radio e televisione nell’accompagnare la nuova quotidianità domestica e nello scandire la giornata informando, intrattenendo e rassicurando con la continuità dell’offerta. Istat definisce i media “grandi pilastri” del periodo del lockdown attorno ai quali si è scandita la quotidianità.

La TV, vista dal 92% dei cittadini, si conferma la compagna di viaggio soprattutto nei momenti più difficili e per le categorie più vulnerabili: i livelli i più elevati si sono osservati tra la popolazione anziana di 65 anni e più che, nella quasi totalità dei casi, ha fruito di questo mezzo di comunicazione (96,2% dei casi). Tra coloro che ne hanno fruito nel corso della giornata, quasi uno su due (45,9%) ha dedicato più tempo del solito alla fruizione del mezzo televisivo. Sono soprattutto i giovani fino a 34 anni e le persone nelle classi di età centrali ad avere visto la TV in misura maggiore rispetto al periodo precedente: 53,2% tra i 18 e i 34 anni e 50,1% tra i 35 e 54 anni.

Il 22% circa ha ascoltato la radio, con livelli più elevati di ascolto tra le persone di età compresa tra 55 e 64 anni (27,1%). Poco meno di uno su tre ha dedicato più tempo alla fruizione di questo mezzo di comunicazione.

by Barbara Santelli

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