Ordinanza del sindaco di Rende Marcello Manna: “sospensione immediata delle attività dei call center sul nostro territorio”

Con l’ordinanza n. 32 del 12 marzo 2020 ho disposto, su tutto il territorio rendese, la sospensione delle attività da parte dei call center sino al prossimo 25 marzo.

in seguito alle disposizioni contenute nei DPCM 8, 9, 11 marzo 2020 e, secondo quanto indicato dalla Organizzazione Mondiale della Sanità, abbiamo ritenuto necessario ordinare l’interruzione per salvaguardare la salute dei lavoratori che prestano presso tali strutture la propria opera, e, di rimando, a tutela della salute pubblica su tutto il territorio comunale: non si svolgono attività essenziali e deve vigere oggi più che mai l’obbligo di ridurre al minimo indispensabile e, in ogni caso, con l’adozione di tutte le necessarie misure di sicurezza, gli assembramenti di persone.

Preso atto che da più parti è stata segnalata la circostanza che presso le aziende operanti sul territorio di Rende, i lavoratori sono chiamati ad espletare le loro mansioni in condizioni di assembramento incompatibili ed in contrasto con le urgenti ed eccezionali misure di sicurezza stabilite dai suddetti atti normativi, si è deciso di ordinare, dunque, la sospensione delle attività salvo che i call center in indirizzo non comprovino in modo incontrovertibile di espletare servizi essenziali ed imprescindibili, consentiti dalle misure urgenti recate dai sopra richiamati D.P.C.M. e, esclusivamente ove ricorra la predetta ultima ipotesi, è stato ordinato il pieno rispetto delle disposizioni straordinarie compresi il massimo utilizzo delle modalità di lavoro agile, l’incentivazione delle ferie e dei congedi retribuiti, la sospensione delle attività dei reparti aziendali non indispensabili, l’assunzione di protocolli di sicurezza anti-contagio e la sanificazione dei luoghi di lavoro anche utilizzando a tal fine forme di ammortizzatori sociali oltre alla massima limitazione degli spostamenti all’interno dei siti ed il contingentamento dell’accesso agli spazi comuni.

Siamo certi che tali disposizioni siano necessarie scelte obbligate per chi, come noi amministratori della cosa pubblica, è tenuto alla tutela della salute e del benessere della propria comunità.

REDAZIONE

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