‘Ndrangheta, colonnello accusato di fornire informazioni alle cosche del vibonese

A cura dell’Avv. Luigi Salvatore Falco

Il colonnello dei Carabinieri G.N. è stato posto sotto accusa per rivelazione di segreti d’ufficio e abuso d’ufficio in quanto presunto reo di aver svelato a un noto avvocato delle informazioni su indagini pendenti a carico dei propri assistiti.

All’indomani della colossale inchiesta “Rinascita- Scott” condotta dal Procuratore antimafia di Catanzaro Nicola Gratteri, che ha visto l’inflizione di ben 334 misure cautelari su 416 indagati per reati legati alla criminalità organizzata, è stato condotto in carcere un colonnello dell’Arma dei Carabinieri.

Dai “brogliacci” dell’inchiesta della DDA di Catanzaro, che evidenzia la spaventosa permeabilità che le cosche hanno all’interno della pubblica amministrazione, risulta come il colonnello – all’epoca dei fatti comandante del Reparto Operativo di Catanzaroavvertiva, anche senza specifica richiesta, l’avvocato di alcuni imprenditori (pare secondo l’inchiesta vicini alle cosche del vibonese) delle insidie derivanti da determinate indagini in corso a carico dei suoi assistiti.

Una circostanza che fa rabbrividire, specie perché il presunto reato sarebbe stato commesso nientepopodimeno che da un comandante.

Se così fosse, il colonnello rischia una pesantissima condanna.

A seguito dell’inchiesta e dei fermi effettuati da oltre tremila componenti delle forze dell’ordine, ne deriverà un processo che lo stesso Gratteri definisce “il più imponente processo antimafia subito dopo il maxi-processo di Palermo”.

Fiduciosi che la Giustizia faccia il suo corso, si resta in – vigile – attesa degli sviluppi processuali del terremoto giudiziario che ieri ha colpito la Calabria proprio a ridosso delle Regionali del prossimo 26 di gennaio.

(fonte Corriere della Calabria)

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