NASCE UN PROGETTO TRA COMUNE DI ORSOMARSO E PARCO NAZIONALE DEL POLLINO

ORSOMARSO (CS) –  Il Presidente del Parco Nazionale del Pollino, on. Domenico Pappaterra, il Sindaco del Comune di Orsomarso, Antonio De Caprio, in collaborazione con l’Università della Calabria e la Soprintendenza ABAP per le province di Catanzaro, Cosenza e Crotone, hanno avviato presso la Presidenza del Parco Nazionale del Pollino un Protocollo d’Intesa per la realizzazione di un progetto per la valorizzazione delle risorse culturali, religiose e naturalistiche. Al tavolo dell’incontro, oltre a Domenico Pappaterra e Antonio De Caprio, sono convenuti Antonio Puntillo in rappresentanza della Soprintendenza ABAP, il prof. ing. Mariano Bruno, l’architetto Vincenzo Maria Mattanò, il geometra Mario Pietro Gaetani e lo storico locale Pietro Rotondaro. Il progetto riguarderà il recupero della Grotta dell’Eremo di San Nilo, al fine di valorizzare l’importante patrimonio storico-religioso incastonato nei meravigliosi luoghi del territorio di Orsomarso, nell’ottica della creazione e promozione di nuovi itinerari per il turismo naturalistico e culturale. L’intervento conservativo e di recupero dell’Eremo, a cura della Soprintendenza ABAP, prevede il coordinamento del Comune di Orsomarso e l’integrazione del Parco Nazionale del Pollino, per il raggiungimento di un obiettivo singolare e determinante per lo sviluppo socio-culturale del territorio. L’iniziativa offrirà nuovi punti di vista attraverso il quale affrontare operativamente i temi dell’intervento conservativo e delle ricerche tecniche sul patrimonio storico culturale, permettendo così al grande pubblico, solitamente escluso da questi delicati interventi, di avvicinarsi per poter osservare queste meraviglie, oggi sconosciute.

Questo primo progetto – ha dichiarato Antonio De Caprio, Sindaco del Comune di Orsomarso – mette a frutto il lavoro avviato nel campo storico-culturale e di ricostruzione delle radici della nostra comunità ,e più in generale, di un territorio più ampio che si è caratterizzato per una grande importanza in epoca bizantina, ancora poco studiata e conosciuta. Abbiamo fatto nostre le ricerche e i documenti elaborati dagli studiosi locali, Giovanni Russo e Pietro Rotondaro, stimolando e collaborando con il mondo accademico, per dare la giusta importanza e rilevanza a questo immenso patrimonio, che creerà nuovi flussi turistici per il nostro territorio”.

Redazione

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