La Calabria e il regionalismo di Antonio Guarasci

La sezione di Cosenza dell’AIParC (Associazione Italiana Parchi Culturali), con annesso il Parco storico “Giuseppina Le Maire”, ha presentato nella sede cittadina di Confindustria il Calendario 2020 su Antonio Guarasci, primo presidente della Regione Calabria e grande politico che, attraverso la sua azione, aveva dato prospettive di speranze al meridione del Paese.

Curato dalla professoressa Nella Matta, il calendario raccoglie le testimonianze di politici ed intellettuali di ieri e di oggi e di quanti lo hanno conosciuto e apprezzato attraverso i suoi scritti.

In apertura dei lavori, che hanno fatto registrare la partecipazione di un pubblico numeroso e qualificato,  la presidente Brunella Serpe ha rimarcato la novità del pensiero guarasciano che legava la cultura alla politica e collegava lo sviluppo del Meridione a quello dell’intero Paese.

Ha coordinato la serata la giornalista Annarosa Macrì che ha sottolineato lo straordinario interesse di quanti, anche lontano da Cosenza, alla notizia di un Calendario su Antonio Guarasci hanno voluto partecipare attraverso i moderni mezzi di comunicazione per esprimere plauso per l’iniziativa e ancora ammirazione per un grande uomo che ha lasciato un segno nella loro formazione umana e culturale.

Che Guarasci continua a vivere è emerso anche dalle parole del professore Trebisacce, presidente della Fondazione Guarasci che ha ribadito come l’istituzione da lui presieduta vuole portare avanti le prospettive culturali e le intuizioni del grande maestro e il messaggio che deriva dai suoi insegnamenti.

L’assessore regionale Maria Francesca Corigliano ha plaudito all’iniziativa dell’AIParC che vuole onorare e ricordare chi si è speso per la Calabria aprendo la fase nuova e la politica regionale.

L’intervento lucido e appassionato dell’onorevole Pietro Rende ha fatto rivivere le attese e le speranze dei calabresi che in quella era nuova che Guarasci aveva prefigurato vedevano la Calabria non più ultima ma occasione di collegamento con altre regioni più progredite. Ne ha poi tracciato la visione illuminata dell’uomo e del  politico che, coniugando cultura e politica, era riuscito a trascinare sul suo progetto di sviluppo i calabresi che vedevano finalmente riconosciute e valorizzate potenzialità e risorse territoriali da sempre trascurate.

Dalle testimonianze di Giosi Mancini e del direttore di Confindustria Cosenza Rosario Branda, significative e lucide, è venuto fuori il fascino che Antonio Guarasci ha esercitato anche dopo la sua scomparsa e nelle generazioni dopo di lui, per quella sua visione di una Calabria non più marginale e periferica, ma centrale e determinante.

La poesia di Enzo Stancati “Calabria”, dedicata alla memoria di Antonio Guarasci che tanto aveva amato la sua terra e le aveva dedicato studi e fatiche sacrificando anche la sua vita, letta dalla voce calda e appassionata dell’attrice Emilia Brandi ha suscitato emozioni e viva partecipazione.

Nelle conclusioni Nella Matta ha tracciato il profilo dell’uomo di cultura e del politico, che non ha mai imposto le sue idee ma ha sempre cercato di farle accettare nel partito e nell’opinione pubblica con la forza delle argomentazioni, che convincono e non impongono e alla fine portano a riflettere e ad accettare il nuovo pensiero. Ha ricordato che Antonio Guarasci nella sua azione politica si è mosso sulla strada del Cattolicesimo democratico che aveva indicato don Carlo De Cardona, il grande sacerdote di Morano che, assieme a don Luigi Nicoletti aveva prefigurato una società aperta ai ceti sociali emarginati, operai e contadini, con responsabilità e partecipazione al mondo dell’economia, della finanza e della politica.

REDAZIONE

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